Le ricerche sul mondo dei videogiochi mettono spesso in luce come i genitori conoscano molto poco del mondo di gioco dei propri figli.
Non limitiamoci a lamentarci per il tempo che passano giocando (troppo lungo per noi, giusto per loro), proviamo a chiederci e a chiedere loro a che cosa giocano, perché amano quel certo genere o titolo, qual è l’aspetto che amano di più dei videogiochi, come si sentono quando giocano.
Proviamo anche ad osservare quando giocano e con chi lo fanno: da soli? Con i fratelli? Con gli amici online? Con una community di giocatori? Giocano di giorno, di sera, di notte? Alternano altre attività o sono interessati solo ai videogiochi?
Chiaramente, anche a seconda dell’età, alcuni comportamenti saranno da gestire o controllare, evitando tuttavia pregiudizi e giudizi frettolosi.
In questo periodo di pandemia a maggior ragione si gioca per divertirsi, per distrarsi, per passare il tempo, per isolarsi dal resto della famiglia, per far finta che tutto sia “normale” e i più grandi anche per ritrovare gli amici online.
Iniziamo a osservare come i nostri bambini e ragazzi si approcciano al gioco:
- Curioso vs. Specializzato: cambiano spesso gioco e sfide o preferiscono finire l’avventura, raggiungere l’ultimo livello, raggiungere il massimo dell’expertise?
- Creativo vs. Esecutore: preferiscono giochi in cui creare mondi, personaggi? Usano programmi per crearsi i giochi da soli? Oppure scelgono giochi in cui ci sono delle prove da risolvere, degli ambienti già creati da esplorare?
- Individualista vs. Sociale: giocano da soli o in compagnia? E se sono in una squadra, sanno collaborare con gli altri o, come si dice, non “passano mai la palla”?
- Esploratore vs. Finalizzatore: sono curiosi, esplorano l’ambiente di gioco, sperimentano comportamenti diversi, oppure puntano a realizzare punti e a concludere partite e missioni?
- Impulsivo vs. Strategico e riflessivo: procedono per tentativi, si buttano nella sfida e nell’azione, oppure ponderano le loro mosse, si consultano con gli amici, fanno ipotesi e previsioni? Amano giochi a cronometro o preferiscono non avere la pressione di un tempo definito? Come vivono le sfide?
Se ci pensiamo bene, queste differenze di approccio al gioco mettono in luce degli atteggiamenti che potrebbero caratterizzare i nostri figli un po’ a tutto tondo, al punto che si potrebbe trovare una certa coerenza anche con i comportamenti di studio a casa e a scuola, ma questo sarà un tema per un’altra volta…