Quando usati correttamente, i videogiochi offrono molte potenzialità educative, ma è importante distinguere piani diversi di apprendimento e ragionare sempre su quello che si fa quando si gioca.
I videogiochi sono stati definiti “palestre di apprendimento”, ma dobbiamo chiarire a quali tipi di apprendimento ci riferiamo.
Giocando impariamo di noi stessi (Come reagisco alle difficoltà, alle sconfitte, alle sfide? Quanto persevero e mi impegno per raggiungere un obiettivo? Quanto riesco a pianificare e controllare le mie azioni?) e anche dell’ambiente di gioco (i generi, le regole, il linguaggio, le azioni da mettere in atto, le meccaniche).
Attraverso il gioco impariamo a compiere azioni fisiche (esplorare l’ambiente, cogliere più informazioni contemporaneamente, coordinare i movimenti) e mentali (selezionare, decidere, risolvere, pianificare, anticipare, collaborare, comunicare, adattare una strategia non utile, riprendere una strategia già utilizzata in passato, creare, ecc.). La ripetizione delle azioni e la possibilità di avere feedback sulla loro efficacia aiutano a consolidare l’apprendimento, ma è solo quando ragioniamo su quello che stiamo facendo che riusciamo a far davvero tesoro di quanto appreso e a metterlo in pratica anche fuori dal videogioco.
Infine, ci sono conoscenze che riguardano i contenuti: le informazioni fornite dal videogioco o richieste per poter giocare, l’ambientazione storica, i riferimenti a contesti o personaggi particolari, che in alcuni casi possono riguardare anche le materie scolastiche e che vengono più facilmente veicolati a bambini e ragazzi attraverso il coinvolgimento diretto nell’azione.
Tutti possiamo imparare dai videogiochi e, quando scegliamo prodotti adeguati all’età e usati adeguatamente, gli apprendimenti possono essere molto costruttivi. Consideriamo tuttavia che più si cresce, più l’efficacia di quanto appreso dipende dal livello di consapevolezza di queste conoscenze. Come insegna la lunga tradizione internazionale del game-based learning: gioco, condivido, penso, quindi imparo.