Scrivere di Nintendo Switch, console che compie già l’età rispettabile – per la sua categoria – di tre anni, risulta un po’ strano per un giornalista che normalmente si occupa di notizie. Perché il 2020 è stato l’anno delle nuove Xbox e Playstation. Eppure proprio per questo motivo, il 2021 può essere l’anno (anche) di Nintendo. Nel mondo dei videogiochi esiste una vecchia regola condivisa da tutti: siamo concorrenti, ma se i miei competitor vanno bene sono contento lo stesso. Non è buonismo, solo un aspetto differente di business. Pur essendo già enorme la platea dei gamer – si considerano a livello globale nel numero di 2,5 miliardi di persone, molte delle quali dedite ai giochi solo su smartphone, si è ben lontani dalla saturazione del mercato. Dunque nell’anno delle due corazzate di Microsoft e Sony, il terzo, i giapponesi di Kyoto, può godere parecchio. E questo per due motivi, anzi tre che andiamo a considerare assieme.
Il primo di questi lo mettiamo subito sul tavolo, perché è lampante, forse grossolano ma tremendamente concreto. Specie se parliamo di economia famigliare: il prezzo. Nintendo Switch costa 329 euro, la versione solo portatile – più piccola e non connettibile al tv – cioè Switch Lite ne costa 229. Parliamo di quasi 2 e 300 euro rispettivamente in meno rispetto a Xbox Series X e Playstation 5. Mica poco. Ed è quindi questo il primo punto da prendere in considerazione se quest’anno vogliamo comprare – per i nostri figli e/o per noi - una nuova console.
A fronte di questa differenza di prezzo considerevole, si pone La questione del perché. Il che ci porta al secondo punto da valutare. La Switch, cosiddetta “console ibrida” perché può funzionare sia da portatile, sia da fissa, cioè collegata al tv, è un vero e proprio gioco. Lo si nota anche nella conformazione, dove non ha le pretese hi-tech dei due macchinoni di cui sopra. È piccola, e sembra un giocattolo perché è un giocattolo. È molto meno potente a livello di hardware rispetto a Xbox e Playstation e infatti non permette – connessa via Hdmi al nostro schermo di casa – di visualizzare i giochi in 4K. Essere indietro a livello tecnologico rispetto alla concorrenza è una caratteristica tipica degli ultimi 20 anni di Nintendo. E non si tratta di una mancanza di conoscenze, bensì di una scelta: essere meno avanti significa poter costare meno. E malgrado questo non togliere nulla allo scopo per cui le console di Kyoto vengono costruite da 35 anni a questa parte: divertire tutta la famiglia.
Permettere di giocare è lo scopo primo e ultimo di un giocattolo, ecco perché le macchine Nintendo lo sono. Con i loro limiti tecnologici. Il gap che così si crea con i concorrenti viene però spesso colmato dalle capacità di intrattenimento uniche di un’azienda che fa giochi da cento anni, intuizioni a volte poi copiate che permettono di stare un passo avanti piuttosto che uno indietro. L’esempio lampante fu quello della Wii, console dall’hardware basico che a fronte di mostri sacri come Xbox 360 e Playstation 3 fu capace quasi 15 anni fa di sbaragliare il mercato. Una specie di magia, che per esempio non riuscì con la successiva, Wii U. E che invece è del tutto infusa nella Switch.
Che come tutte le console Nintendo ha la caratteristica di far girare giochi che si trovano solo qui. Titoli che hanno fatto la storia del genere, come le saghe di Super Mario nelle sue varie versioni, oppure capolavori di vero divertimento come Animal Crossing. Li trovate solo su Switch, non c’è niente da fare. E si tratta di titoli che davvero sono inter-generazionali, cioè che funzionano perfettamente come livelli d’ingresso ai videogiochi per i più piccoli, ma anche come giochi di società in famiglia. Una partita a Mario Kart con mamma e papà regala divertimento immediato con pochi concorrenti a stargli alla pari. Intuizioni da veri giocattolai di lunga data, come possono essere le commistioni tra gioco digitale e fisico tipiche della casa. Se soluzioni simili sono naufragate sugli altri sistemi – come i pur bellissimi esperimenti di Skylanders o Disney Infinity - Nintendo al tema non rinuncia e rilancia. Dopo i giochi assemblabili di cartone della serie Labo, questo Natale è la volta di Mario Kart Live, gare sulla console con vere macchinine radiocomandate che girano per casa.
Certo si tratta di giochi meno complessi, anche a livello di grafica. Ma a certi livelli, cioè se non siete degli impallinati del genere, il dettaglio è davvero così importante? Per i nostri figli, lo diciamo per esperienza, no di certo. Perché sono le dinamiche di gioco, la capacità di coinvolgimento, a contare davvero. E su questo Nintendo non è davvero seconda a nessuno. A queste considerazioni, per concludere questo punto nodale sui contenuti, va poi giunto il cambiamento epocale di strategia da parte del colosso giapponese: proprio con Switch, la Grande N si è aperta in via definitiva ai giochi degli altri. Fifa, Assassin’s Creed, anche Fortnite li trovate anche qui. Con grafiche adeguate all’hardware e qualche aggiustamento, ma del tutto aderenti alle versioni delle altre console. Non troverete l’ultimo gioco tripla A appena uscito, come Cyberpunk 2077. Ma forse arriverà più avanti, e se avete comprato una console Nintendo forse non vi interessa neanche più di tanto.
Arriviamo all’ultimo punto, che chiude anche il cerchio aperto all’inizio. Se essere sul mercato già da tre anni fa scontare inevitabili ritardi in termini di innovazione, sotto un altro aspetto permette a Switch e Switch Lite di essere più competitive in termini di maturità. Il che significa banalmente avere molti più giochi a disposizione, ossia mesi e mesi di produzione dedicata alle console Nintendo. Cosa su cui ovviamente non possono contare né Xbox Series X né Playstation 5, pur avendo tutt’e due le console un buon sistema di retrocompatibilità, ossia la possibilità di far girare quasi tutti i giochi della generazione precedente. Nintendo quindi mette sotto l’albero natalizio una console che non può certo essere un hub multimediale avanzato.
Ma che sfrutta un ecosistema ben rodato di giochi e caratteristiche, che dialoga con gli smartphone attraverso app dedicate – come la chat vocale o SplatNet 2 per il divertente e competitivo multiplayer Splatoon 2 – e che sfoggia il Nintendo Network come luogo sicuro di incontri digitali per i gamer più piccoli.
Federico Cella, giornalista e papà di Martina e Valeria
Luca Tremolada, giornalista de Il Sole 24 Ore e papà di Zeno
Leggi anche la recensione di PLAYSTATION 5 e di XBOX SERIES X e S