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Roblox

La recensione di papà Federico e delle figlie Martina e Valeria

Se avete figli piccoli, diciamo fino agli 11-12 anni, potete avere due certezze in tema di videogiochi: tutti conoscono Minecraft - anche voi genitori – e tutti conoscono Roblox. Ma su quest’ultimo titolo probabilmente siete meno preparati. E c’è anche un buon motivo: il gioco è perfettamente ritagliato su quella fascia d’età, tanto da risultare per lo più incomprensibile per chi ne è fuori. Perché? Perché non è un granché graficamente e non ha delle regole vere e proprie di gioco. Le due caratteristiche dipendono dalla natura di Roblox, che di fatto è un sandbox game, cioè più che un gioco una piattaforma attraverso cui creare dei giochi. Un po’ come Minecraft, appunto, ma con meno classe (gli investimenti di Microsoft in tal senso si fanno sentire) eppure paradossalmente con maggiori potenzialità creative. Il che ha portato un enorme gruppo di utenti-sviluppatori a costruire su Roblox qualcosa come decine di milioni di giochi (nei momenti di punta pare siano anche 30 mila nuovi titoli al giorno!), a cui tendenzialmente si può accedere gratuitamente – da pc, smartphone e console Xbox – per giocare online con i propri amici. Ed è proprio la natura di questi giochi, spesso molto semplici, ad attrarre inesorabilmente i figli: le mie Martina e Valeria se ne staccano solo dopo inviti a farlo piuttosto assertivi. La maggior parte dei mini-game presenti su Roblox, o quantomeno quelli più popolari, sono di natura emulativa – cosiddetti life emulator -, permettono cioè di calarsi da protagonisti in situazioni vissute quotidianamente dagli adulti. Come quando, Barbie alla mano, i cuccioli dicono: “Facciamo che io sono la mamma e vado al lavoro e tu stai a casa a cucinare”. Niente di più, ed è qui il mistero per gli over 12: in Roblox si va in un negozio di animali (“Adopt me!” è un must have), a scuola, nel parco giochi, in campeggio in riva al lago (dove poi però viene fuori un mostro: parliamo di “Camping Monster”), al lavoro o dal parrucchiere.

L’incomprensibilità per l’adulto si infittisce se si pensa che il gioco – che ha esordito come videogame via Web nel lontano 2006 – è di fatto esploso solo di recente e con l’aiuto della pandemia. Già, perché se non si può andare fisicamente al parco a giocare con gli amici, ci vado digitalmente con Roblox. Ecco, il titolo è un grande punto di ritrovo per fare sul divano quello che si può/non si può fare dal vero: a utilizzarlo – sedetevi! – sono 190 milioni di pre-adolescenti da tutto il mondo ogni mese, con una media giornaliera di più di 43 milioni, raddoppiati sostanzialmente dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il tutto spinto anche da una selva di youtuber – anche italiani – che con Roblox costruisce video di avventure “epiche”. E in più c’è la discesa derivante dalla gratuità quasi assoluta del gioco, salvo alcuni acquisti in-game cui è bene prestare attenzione. Come in generale è bene (sempre) prestare attenzione quando il gioco permette ai figli di andare online e qui fare conoscenze e “amicizie”. Ma non c’è nulla di cui spaventarsi: anche se ci capirete poco, Roblox è perfettamente sicuro, ancor più se prestate alcune piccole attenzioni. E seguite i consigli “Per i genitori” raccontati sul sito web ufficiale.

Per iniziare, impostate insieme a vostro figlio la sua età quando questa viene richiesta all’atto di creare il proprio account di gioco. Il passaggio è fondamentale perché in questo modo il gioco stesso filtra i contenuti a cui si può accedere. Questo perché se Roblox è classificato come un PEGI 7, si comprende bene come i contenuti - essendo creati dagli altri utenti – possono invece spesso essere non adatti. Il filtro automatico funziona bene ma in una tale babele di possibilità, qualcosa può sempre scappare tra le maglie digitali: buttate sempre un occhio. Perché per esempio le varie versioni di Squid Game su Roblox non sono spesso violente come lo è la serie tv, ma potreste comunque non essere contenti che i vostri figli ci giochino. Una volta impostata l’età, il gioco automaticamente vi darà la possibilità come genitore di agire sulle “Restrizioni account”: le trovate sotto la voce “Sicurezza” dopo aver cliccato l’icona a forma di ingranaggio. Nelle impostazioni di fatto potrete vedere tutta la cronologia delle attività svolte sul gioco e dunque capire se c’è stato un qualche comportamento non sicuro. In generale da qui potete scegliere i vari filtri sia sui contenuti, sia sui contatti e gli acquisti nel gioco. Due aspetti cui è bene prestare attenzione.

Perché intanto serve un chiarimento: a differenza di Minecraft, costruire mondi su Roblox non è così semplice (qui trovate in inglese un po’di approfondimenti su Lua, il linguaggio di programmazione utilizzato). Questo porterà i vostri figli per la maggior parte dei casi a essere fruitori di giochi di altri più che costruttori. Alcuni creators di giochi particolarmente popolari di fatto vivono del proprio lavoro su Roblox. Questo perché come dicevamo sono possibili acquisti utilizzando i Robux, la moneta interna del gioco che è acquistabile attraverso soldi reali. Gli acquisti possibili sono per lo più del cosiddetto genere estetico: vestiti, skin particolari, macchine e quant’altro. Prima soglia di attenzione, dunque, da prendere in considerazione: se i vostri figli vogliono concedersi una bicicletta nuova su Roblox e non hanno guadagnato Robux a sufficienza superando prove nel gioco, valutate insieme a loro l’opportunità o meno di farlo. Non lasciateli mai liberi di usare la vostra carta di credito: l’avviso è vecchio ma vale sempre la pena di ribadirlo.

Secondo avviso, anche più importante del primo: le amicizie. I contatti e dunque la possibilità di giocare assieme sono la base di Roblox: negarli a priori non avrebbe senso. Dunque, le richieste di amicizia sono anch’esse gestibili attraverso i controlli parentali. Ma qui mi permetto un consiglio da papà: non costruite gabbie troppo strette che poi rischiano di ottenere l’effetto contrario (“Me lo impedisci? E io ti frego”). Piuttosto spiegate ai piccoli i possibili pericoli degli incontri online e stabilite con loro una regola certa e ben comprensibile. Per esempio, quella classica per cui non si fanno amicizie online con persone che non si conoscono già nella vita reale. I bambini e le bambine diventano così padroni non solo della regola ma anche del perché quella regola esiste. E questo li fa crescere.

Un ultimo consiglio arriva direttamente da una storia spiacevole accaduta al figlio di una collega: essendo non banale il giro di soldi che interessa un titolo così frequentato – due miliardi di dollari circolati solo sulla versione per smartphone nel 2020 -, Roblox è purtroppo diventato anche un punto d’attrazione per i cybercriminali. E i loro metodi di phishing per rubare le credenziali d’accesso al gioco e dunque i piccoli tesoretti di robux – convertibili a loro volta, se si è degli utenti accreditati, in soldi veri – accumulati dai vari account. Cliccare un link sbagliato può essere decisivo in tal senso: spariscono i robux e anche magari quei mondi costruiti a fatica e con il proprio ingegno. È la stessa cosa che accade quando clicchiamo un link sbagliato in mail oppure su un messaggio o un WhatsApp sul telefono. Spiegare anche questo ai propri figli significa non regalare loro un pesce, ma che gli stiamo insegnando a pescare.

Federico Cella, giornalista e papà di Martina e Valeria

Il titolo è un grande punto di ritrovo per fare sul divano quello che si può/non si può fare dal vero: a utilizzarlo sono 190 milioni di pre-adolescenti da tutto il mondo ogni mese, con una media giornaliera di più di 43 milioni,