Videogames, psicologia e salute
10 Dicembre 2020Progetto Extremus: Exergame e Sclerosi Multipla
12 Gennaio 2021L’Oxford Internet Institute presenta i risultati di una ricerca sugli effetti dei videogiochi sulla salute
I successi dei videogiochi nel 2020 non sono evidenziati solo dalle vendite, ma anche dalla ricerca scientifica. Se il 15 Giugno 2020, la Food and Drug Administration ha riconosciuto per la prima volta un videogioco – Endeavor RX – come trattamento di medicina digitale per l’ADHD, il 16 Novembre sono stati comunicati i risultati di una nuova ricerca, secondo cui i videogiochi migliorerebbero il benessere. Seppur la ricerca non sia stata ancora pubblicata ufficialmente, i primi risultati sono sorprendenti e degni di una riflessione.
Le discussioni sui videogiochi sono spesso avvolte dalla preoccupazione dei genitori di giovani gamers. Sia che i video games abbiano effetti positivi che negativi, questo avrà un impatto su: videogiocatori, famiglie, decisori politici e ricercatori. L’uso eccessivo di video games è stato infatti sinora considerato un comportamento problematico. Finora la ricerca sul benessere dei videogiocatori ha fatto affidamento su questionari compilati dai diretti interessati, ma questo strumento non è risultato particolarmente valido ed efficace. Gli esseri umani non sono bravi a valutare il loro uso delle nuove tecnologie (es. tempo), videogiochi inclusi. Per comprendere meglio gli effetti dei video games sulla salute, Andrew Przybylski, psicologo sperimentale e direttore della ricerca presso l’Oxford Internet Institute, ha cercato di raccogliere dati migliori, collaborando direttamente con due compagnie del settore: Electronic Arts e Nintendo America, al fine di raccogliere direttamente alla fonte i dati relativi al comportamento di gaming.
Sono stati raccolti ed analizzati i dati di gioco di un pubblico di giocatori adulti, nel rispetto della privacy e con consenso informato. Il gruppo di ricerca ha effettuato il lavoro in modo indipendente: Electronic Arts e Nintendo America sono venuti a conoscenza dei risultati solo a lavori conclusi. I titoli selezionati sono stati Plants Vs Zombies: Battle for Neighborville (EA, 2019) e Animal Crossing: New Horizons (Nintendo, 2020). La ricerca ha indagato: benessere e motivazioni dei giocatori, unendo questi dati con quelli della telemetria. Tra questi ultimi, sono stati registrati: durata delle sessioni di gioco, livello, punti e interazioni sociali. Le motivazioni associate a maggior benessere psicologico sono state l’autonomia (es. possibilità di espressione personale, esplorazione) e socializzazione (senso di appartenenza al gruppo, collaborazione).
3 punti importanti emergono da questo studio:
• un’esposizione di tempo prolungata ai video games è associata a maggior benessere psicologico;
• il tempo trascorso giocando ai video games non è associato a disagio psicologico;
• industria dei videogiochi e mondo della ricerca possono collaborare nel rispetto degli standard della scienza e dell’etica per comprendere meglio gli effetti del gaming.
Questo studio è innovativo e rappresenta un momento di svolta, poiché è il primo caso di collaborazione tra la ricerca scientifica indipendente e l’industria. Sempre più spesso la pubblicazione delle ricerche include anche osservazioni sui limiti, da colmare negli studi successivi. La ricerca non è ancora stata pubblicata su riviste scientifiche. Questo studio è stato effettuato su una popolazione adulta e i titoli utilizzati sono solamente due: i risultati non sono quindi ancora generalizzabili. La relazione tra il tempo di gioco e il benessere è piccola, seppur significativa. Tra i prossimi passi, il Prof. Przybylski si propone di studiare l’impatto che diversi generi di videogiochi e altrettanto diversi modelli di business hanno sulla salute dei videogiocatori.
Conclusioni
Si è sempre creduto che regolare l’attività di gaming in base al tempo fosse una buona norma per la salute dei videogiocatori, ma i benefici sperati sembrano non corrispondere alle aspettative. In questa ricerca, più le sessioni di gioco erano lunghe, maggiore era il benessere dei giocatori. Se dunque il gaming è un’attività che comporta benefici per la salute mentale, porre dei limiti troppo restrittivi può paradossalmente togliere ai videogiocatori la possibilità di stare bene.