
Le abitudini di ascolto sicuro con i videogiochi
19 Marzo 2025La Video Game Therapy® (VGT) è un approccio psicologico che ricorre al videogioco per instaurare uno stato di equilibrio mentale e di benessere nel paziente. Non si rivolge solo a bambini o ragazzi, ma anche a giovani-adulti e adulti, e utilizza alcune tecniche e modelli psicologici già riconosciuti e utilizzati con successo. L’approccio della Video Game Therapy® è nato nel 2019, da un’idea del Dott. Francesco Bocci, a cui abbiamo posto alcune domande.
AM: (video)giocare fa davvero bene?
FB: Se videogiocare fa bene è perché è una pratica ludica. Giocare non è solo un’attività di intrattenimento, è un modo diverso per imparare, in un contesto protetto, attraverso l’esperienza. Sperimentare se stessi in ruoli diversi, come ad esempio correre a perdifiato, ci permette di esercitarci cognitivamente e percettivamente, dal punto di vista motorio, senza vivere la fatica e la costrizione di qualsiasi altro contesto di apprendimento. Per dirla in poche parole, alla fine di un momento di gioco saremo divertiti e anche migliori. Se usati correttamente e senza esagerazioni, i videogiochi diventano delle opportunità di potenziamento del sé nuove, coerenti con il nostro tempo. La Video Game Therapy si inserisce nelle maglie tracciate da questa visione del videogioco: uno spazio terapeutico dove vivere la relazione paziente-professionista.
AM: Come mai i videogiochi sono benefici per il benessere psicologico e quindi possono essere impiegati nell’ ambito della salute mentale?
FB: I videogiochi offrono una valida modalità di interagire all’interno di uno scenario immaginario. Il paziente diviene il protagonista diretto dell’esperienza nella quale viene calato, in un ambiente accogliente, fatto di ascolto attivo, accettazione e non giudizio. Solo così il paziente potrà “sentirsi al sicuro” e arrivare a esprimersi in assoluta libertà e con meno difese. Giocare può offrire una preziosa occasione per conoscersi e riflettere su se stessi, confrontarsi e relazionarsi agli altri ed esprimere in modo spontaneo stati d’animo e vissuti, stimolando risposte flessibili alle esigenze ambientali ed esprimendo in modo funzionale le proprie emozioni. Un terapeuta adeguatamente formato accompagna il paziente nel viaggio, rappresentato dal training VGT® attraverso modalità innovative utili ad approcciare anche i pazienti resistenti o scarsamente motivati. L’esperienza videoludica permette al paziente di “navigare” in nuovi scenari, mettendo in campo nuovi comportamenti, misurandosi in nuove abilità, allenando quelle già in possesso, sbagliando, ritentando, sviluppando così l’attivazione di risposte di sicurezza sociale e di libera espressione delle emozioni.
L’ approccio di Video Game Therapy incoraggia la persona a sentirsi più emotivamente libera, espressiva ed essere più aperta ai feedback critici sfruttando il sistema dei neuroni specchio e le tendenze naturali a micro-imitare le situazioni direttamente vissute e affrontate nella sessione videoludica.Nell’apprendimento esperienziale, come quello che si attua nei training VGT, le persone fanno un’esperienza concreta, si impegnano in un’osservazione riflessiva, la collegano alla concettualizzazione in modo da renderla pertinente e applicabile alla propria vita reale, sperimentando direttamente ciò che hanno imparato. La rielaborazione, la trasformazione ed il cambiamento personale non partono da concetti trasmessi da altri ma nascono attraverso la valutazione dell’esperienza personale vissuta nel gioco, che fornisce il materiale di apprendimento più importante e prezioso per l’individuo, un materiale denso di esperienze cognitive emotive e sensoriali.
AM: Ma siamo sicuri che videogiocare fa sempre bene?
FB: L’esperienza videoludica è in genere messa in pratica per finalità di evasione e intrattenimento. I risultati psicoeducativi sono da ritenersi quasi un effetto “naturale” quasi indipendentemente dalla volontà del giocatore o della giocatrice. L’uso del gioco come spazio della relazione terapeutica è un percorso consapevole che richiede competenza, professionalità e delle basi professionali solide. Non ci si può improvvisare e non coincide con il giocare e basta.Il videogioco può diventare pericoloso, certo. Quando si abusa: come per tutte le attività, un eccesso d’uso non controllato può diventare dannoso. Percorsi educativi per grandi e più piccoli per fare informazione intorno alle potenzialità del gioco e all’uso consapevole sono necessari per superare false credenze ed educare a questa esperienza come risorsa: del singolo e del gruppo. Attenzione, però. Non bisogna sovrapporre i rischi appena citati alle situazioni eclatanti in cui il gioco è diventato ispiratore di comportamenti violenti e anti-normativi, in alcuni casi plateali e veramente catastrofici. Una persona che arriva a compiere nella realtà azioni che ha compiuto in un gioco, soprattutto se violente, presenta un disagio psicologico e psichiatrico che si sarebbe comunque manifestato. Il videogioco funge da sola ispirazione narrativa: la patologia di con-fondere realtà e finzione è propria del disturbo e non è insita nel videogioco.
Francesco Bocci è psicologo e psicoterapeuta adleriano con oltre vent’anni di esperienza. Ha lavorato in diversi contesti di salute mentale, occupandosi di percorsi riabilitativi per giovani e famiglie. Da anni studia il rapporto tra psicologia e videogiochi, ed è ideatore della Video Game Therapy®, un approccio terapeutico che utilizza videogiochi commerciali. Ha curato il libro Dentro il Videogioco (2019) ed è tra i fondatori dell’Associazione Play Better.


