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Ci racconti chi sei, per quale azienda lavori e di cosa ti occupi in veste di Narrative Designer?
Sono Andrea Babich, lavoro per Ubisoft Milan e, come Narrative Designer, mi occupo della definizione e creazione della parte narrativa dei videogiochi che sviluppiamo. Non si tratta semplicemente di scrivere i testi o gli scenari, ma di capire, funzionalmente, quali siano i bisogni narrativi del gioco. Quando, per arricchire l’esperienza ludica, può servire una cinematica? Cosa ci vuole trasmettere una determinata ambientazione? Come comunicare al giocatore il lore di un mondo videoludico senza frenare la sua esperienza con carichi cognitivi sbilanciati? Queste sono alcune delle tematiche che affronto quotidianamente.
Qual è il percorso che hai seguito per diventare Narrative Designer?
Ho una formazione umanistica, culminata con una laurea con lode in Scienze della Comunicazione. Più ancora che le materie studiate, a farmi prendere il volo è stato l’ambiente culturale della facoltà – il cui preside era Umberto Eco, circondato da un pool di professori e assistenti incredibile. Hanno sempre preso molto sul serio – più di vent’anni fa – la mia passione per i videogiochi, aiutandomi senza patemi a dargli la giusta dignità. E a studiarli a fondo: tutti i miei paper, nel limite del possibile, hanno avuto come oggetto i video game, e così la tesi.
Da lì a finire come giornalista specializzato in videogiochi il passo è stato breve, mentre si moltiplicavano gli inviti a tenere seminari sui video game (ricordo con piacere i molti anni alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano). Tuttavia, sentivo che il mio percorso non era completo: un antico sogno mi diceva che sarebbe stato bello proiettarsi dall’altra parte della barricata: sviluppare video game.
E così mi sono presentato in Ubisoft Milano – con una vasta cultura videoludica, buone capacità dialettiche e scrittorie… ma certo non con la formazione tecnica auspicabile per il mio nuovo ruolo: Game Designer. C’è voluto un po’ di tempo, il progetto giusto e la pazienza infinita dei miei impagabili colleghi per trovare un ruolo in cui potessi dare il massimo ma eccomi qui, a rivestire il ruolo di Narrative Designer.
Quali sono le competenze che servono per ricoprire un ruolo come il tuo?
Non mi addentro nelle diverse sfumature professionali che il ruolo di Narrative Designer può offrire, e che pertanto possono portare a specifiche competenze. In linea di massima occorre saper comunicare perfettamente in inglese (la scrittura finale sarà data ai madrelingua, ma è il designer che deve spiegare loro cosa scrivere), possedere una capacità di scrittura creativa e la capacità di lavorare sotto constraint (limitazioni) anche pesantissimi, perché “gameplay is king”, come soliamo dire, e la scrittura deve coadiuvarlo. Serve una conoscenza impeccabile della scena videoludica contemporanea e dei classici, per sapere dove cercare ispirazione (e dove non cercarla, per evitare cause legali!). Va da sé che la conoscenza di una suite tipo Office, e in generale l’adattabilità a strumenti al computer d’ogni tipo, è cruciale.
Indicaci un titolo al quale hai lavorato e di cui sei particolarmente fiero per il lavoro svolto in qualità di Narrative Designer, indicandoci perché ne vai particolarmente fiero.
Mario + Rabbids Kingdom Battle, senza dubbio. La possibilità di dare forma, insieme a tutto il team, a delle storie con Mario, IL personaggio videoludico. Anzi, non a delle storie, alle nostre storie. Portare una ventata d’aria fresca in un mondo estremamente codificato come quello dei personaggi Nintendo. Far incontrare le filosofie ludiche di Oriente e Occidente, di Nintendo e di Ubisoft. E, soprattutto, sentirsi apprezzati, amati da milioni di giocatori nel mondo. Cercate il nome del gioco con Google per capire che non sto esagerando.